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La poesia di
Raymond Queneau  e le piante Il cardoQuand'anche fossi sul banco del macellaioEsposto squartato come un povero bueQuand'anche la mia testa dalle narici 
fioriteDi un occhio azzurro attendesse l'aglio e 
l'alloroQuand'anche il mio ventre dalle trippe 
pendentiAlla curiosit si aprisse sanguinolentoQuand'anche il mio cuore su un piatto 
guarnitoSi unisse al mio cervello al fegato e ai 
rognoniNessuno saprebbe trovare tra le mie 
costolette
				
				Tra i miei visceri e le 
				mie budella Il cardo 
che fiorisce seminato dalla conquistaChe niente sradischera'Il cardo vivace che pianta le sue radiciNei suoli secchi piu' scoraggiantiIl cardo senza pieta' che sfrega le sue 
spineSui rudi dolori paralleli al tempo.Calmo e' l'alberoCalmo e' 
l'albero che si erge diritto oppure stortoCalmo e' anche l'arbusto nella sua mediocrit
 Calmo e' il fiero cavallo immune dal cimurro
 Calmo e' il fungo e la moglie borracina
 Calmo e' il ruscello calmo anche il torrente
 Calmo e' il corso del tempo fissato che mi porta
 Calmo il fiore che muore Calma l'erba che spunta.
La scala del mesiQuando incombe l'uraganoin 
	un cielo di maggio        
 quando si apre la vetratasotto un cielo di giugnoquando scoppia l'eta'
di un cielo di luglio
quando urla l'uragano
che sconvolge l'agostoquando danza la pioggiadi un mese di settembrequando piove la scrematuradelle fumate di ottobrequando si sciolgono le nubidei Santi a novembrequando cola la rabbiadella neve in dicembrequando sbavano i saggisul filo di gennaio       
quando viene il vantaggio 
del corto febbraio 
quando corre il selvaggioche viene detto Marzoquando l'allevamentovien dei pesci d'aprilequando il monsone affondain un cielo di maggiol'annata ricominciae cosi' all'infinito.
Pini, pini 
e abetiIl cielo
il mare salino e rocce piene 
d'acquail cuore dell'anemone vicino ai pini 
tenaciil cammino vicino al cielo il cammino 
vicino all'acquae la corsa assetata vicino ai pini tenacierba muschi licheni e tutte le bestiolelo sguardo s'e' perso sotto gli abeti 
tenacilo sguardo che si smarrisce dietro tante 
bestioleche abitano inquiete sotto gli alberi 
tenaciil cielo il mare salino dove 
sciabola il soletaglia la testa piatta agli abeti 
smarritiergendosi nel cielo ergendosi nell'acquamentre una bestiola all'ombra di un 
licheneaggira nella sua corsa il bosco di pini 
tenacisenza che uno sguardo disperda una strada 
inutile.  
 (Da: 
"L'istante fatale",
      trad. di F. De Poli)
        
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