Il Giardino dell' Erba Voglio

La poesia di  Arthur Rimbaud e le piante

   
         Addormentato nella valle                                                 In lingua originale
   E' un verde fossato dove canta un ruscello
   pazzo intrecciando alle erbe i suoi stracci
   d'argento; dove il sole, dall'altera montagna,
   risplende: valloncello spumoso di raggi.
 
          Un ragazzo soldato, bocca aperta, testa nuda,
          affondata la nuca nel fresco crescione azzurrino,
          dorme; sotto le nubi, disteso nell'erba,
          tutto bianco nel letto verde invaso di luce.
 
           Dorme, coi piedi negli iris. Ha un sorriso
           di bambino malato, assopito:
           cullalo tu, Natura, scaldalo: ha freddo.
 
            Ai profumi non tremano piu' le narici;
            dorme nel sole, la mano sul petto
            calmo. Due buchi rossi, a destra, ha nel costato.      
                                      (Trad. di C. Ortesta)
 
           Nannufaro                                                                        In lingua originale
       ...Rimpiango i tempi dell'antica giovinezza,
          dei satiri lascivi, dei fauni animaleschi,
Di che mordevano in amore la scorza dei rami
          e tra nannufari baciavano la Ninfa bionda!
Rimpiango i tempi in cui la linfa del mondo,
          l'acqua del fiume, il sangue rosa degli alberi verdi
nelle vene di Pan mettevano un universo!...
                           (Da: "Sole e carne", trad. di C.Ortesta)
 
      Tiglio                                                                                    In lingua originale
                                       I
        A diciassette anni, uno sempre poco serio,
-Una sera, al diavolo birre e limonate,
e i caffe' rumorosi dalle luci splendenti!
-Si va sotto i tigli verdi della passeggiata.
 
Hanno un buon odore i tigli nelle sere di giugno!
L'aria cosi' dolce, che ti fa chiudere gli occhi;
il vento pieno di suoni, -il paese vicino,-
ha profumi di vigna e profumi di birra...
                                     II   
       -Ecco, un piccolo lembo d'azzurro cupo
appare incorniciato da un piccolo ramo,
       punteggiato da una piccola stella, che si fonde
in brividi dolci, piccola e tutta bianca...
 
          Notte di giugno! Diciassette anni! -Ti prende l'ebbrezza.
   La linfa e' uno champagne che monta alla testa...
          Sragioni; senti che un bacio ti sale alle labbra
   palpitante come una piccola bestia...
                                    III
          Il cuore un pazzo Robinson che fa romanzi,
          -Quando, al chiarore di un pallido lampione,
           passa una damigella tutta amabili ariette,
           sotto l'ombra tremenda del colletto paterno...
 
           E siccome ti trova immensamente ingenuo,
           trotterellando nei suoi graziosi stivaletti,
           si volta lesta, con un leggero gesto..
           -Allora sulle labbra ti muore la cavatina...
                                              IV
   Sei innamorato. Impegnato fino a tutto agosto.
          Sei innamorato -Come ride ai tuoi sonetti.
   Ti abbandonano gli amici, sei proprio di cattivo gusto.
           -Poi, una sera, l'adorata di scrivere si e' degnata...!
 
           -Quella sera, -fai ritorno alle luci dei caffe',
           ti ritrovi a ordinare birra e limonata...
           a diciassette anni, uno poco serio
           quando sono verdi i tigli della passeggiata.
                                    ("Romanzo", trad. di C. Ortesta)
 
          Cio' che si dice al poeta a proposito di fiori                           In lingua originale
                                              I
Cosi', sempre, verso l'azzurro nero
dove il mare dei topazi trema,
clisteri d'estasi i gigli
funzioneranno nella tua sera!
       In questi tempi di saga', di Piante
       laboriose, le azzurre ripugnanze
anche al Giglio tocca bere
       nelle tue prose religiose!
 
        -Il giglio del signore di Kerdrel,
        il Sonetto milleottocentotrenta,
 il Giglio che si dona al Menestrello
        col garofano e con l'amaranto!
           
   Gigli! gigli! Nemmeno l'ombra!
          Ma nel tuo Verso, come maniche
   di peccatrici dal dolce passo,
          sempre fremono questi fiori bianchi!
 
          Sempre mio Caro, se ti fai il bagno,
          la camicia dalle ascelle bionde
          si gonfia alle brezze del mattino
          sulle miostidi immonde!
 
          L'amore alla tua dogana fa passare
          soltanto i Lilla', -ma che balle!                                                
          e le Violette del Bosco,
          sputi zuccherosi delle Ninfe nere!..
                                      II                                                                                               
   O Poeti, pur se voi aveste
          le Rose, le Rose soffiate,
   rosse su steli di oleandro,
          e di mille ottave soffiate!
 
          Se BANVILLE ne facesse nevicare,
          in un vortice di sangue, affogando
          l'occhio folle dell'estraneo
          che si accosta al libro maldisposto!
 
          Da prati e da foreste che voi amate,
          miei pacifici fotografi!
          la Flora diversa proprio quasi
          come dai turaccioli di caraffe!
 
          I soliti Francesi vegetali,
          stizzosi, tisici, ridicoli,                                                                                
          su il ventre dei cani bassotti,
          nei crepuscoli, naviga in pace;
 
          sempre dopo orribili disegni
          di Loti azzurri o di Elianti,
          le stampe rosa, soggetti santi,
          per giovani comunicande!
 
          L'Ode Aoka quadra con la
          strofa a finestra di donnina
          allegra e splendenti farfallone
          imbrattano la Margheritina.
 
           Erbe muffite, vecchie decorazioni!
          O biscottini vegetali!
          Fiori bizzarri dei vecchi Saloni!
          -Ai maggiolini, non ai crotali,
 
          Questi pupattoli vegetali in lacrime
          che Grandville avrebbe infiocchettati,
          da astri maligni con visiera
          di colori allattati!
 
          Si', la bava dei vosri flauti
          distilla preziosi glucosi!                                                        
          -Uova fritte ammucchiate in vecchi cappelli,
          Gigli, Aokas, Rose e Lilla'!...
                                    III
          O bianco Cacciatore, che corri senza calze
          attraverso la panica Pastura
          tu non puoi, non devi forse
          conoscere un po' la tua botanica?
 
          Accoppieresti, temo,
          ai Grilli rossi le Cantaridi,
          al blu' del Reno l'oro del Rio, -
          alla Norvegia, insomma, la Florida
 
          ma l'Arte, caro mio, adesso,
          non consente piu' -E' proprio vero,-
          all'Eucalipto imprevedibile
          i lacci costrittori di un esametro;
 
          Gia'!... come se l'albero del Mogano
          servisse solo, anche nelle Guiane,
   ai salti delle scimmie,
          al delirio greve delle liane!
 
          -Insomma, un Fiore, Rosmarino
          o Giglio, vivo o morto, vale forse
          un escremento di uccello marino?
          Una sola lacrima di candela?
 
          -E' questo quanto io volevo dire!
          Tu, perfino laggi u'seduto, in una
          capanna di bambu', -imposte
          chiuse, tende di tela bruna, -
 
          ammucchieresti fioriture
          degne di Oises stravaganti!...
          -Poeta! queste son ragioni
          risibili e altrettanto arroganti!...
                                  IV  
          Parlami, non di pampas in primavera            
          nere di rivolte spaventose,
          ma di piante di tabacco e di cotone!
          Parlami di esotiche raccolte!
 
          Bianca fronte abbronzata di Febo,
          dimmi quanti dollari di rendita
          intasca Pedro Velasquez, Avana;
          e merda al mare di Sorrento   
 
          dove sfilano i Cigni a migliaia;
          le tue Strofe siano reclame
          per gli alberi di mango abbattuti
          scavati da idre e da lame!
 
          La tua quartina s'immerge in boschi sanguinanti
          per riapparire proponendo agli Uomini             
   diversi soggetti di zuccheri bianchi,
          di gomme e di pettoriali!
 
          Da Te sapremo se il colore biondo
          dei picchi nevosi, verso i Tropici,
          sia dovuto a insetti fecondi
          o a licheni microscopici!
 
          Trova, o Cacciatore, lo vogliamo,
          qualche robbia profumata
          che la natura faccia sbocciare
          in pantaloni! -per le nostre Armate!
 
          Trova, alle soglie del Bosco che dorme,
          i fiori, simili ai musi,
          che sbavano pomate d'oro
          su scuri capelli di Bufali!
 
          Trova, nei prati folli, dove trema
          sull'Azzurro l'argento delle pubescenze,
          calici pieni di Uova infuocate
          che ardono tra le essenze!
 
          Trova i Cardi cotonosi cui
          dieci asini dagli occhi di brace
          con fatica filano i nodi!
          Trova dei fiori che siano sedie!
 
          Trovaci, dunque, nel cuore dei neri filoni
          i fiori quasi pierre, -famosi!-
          che intorno ai loro duri ovari biondi
          portino amigdale gemmose!
 
          Servici, Burlone, tu lo puoi,
          su un bel piatto di argento dorato
          salse di Gigli sciropposi
          che intacchino posate d'Alfnide!
                                    V
   Qualcuno dira' e' il grande Amore,
          ladro di oscure Indulgenze:
   ma ne' Renan, ne' il gatto Murr
          videro gli Azzurri Tirsi immensi!
 
          Introducile tu le isterie
          coi profumi nei nostri torpori;
          esaltaci verso candori
          piu' candidi delle Marie...
 
          Commerciante! medium! colono!
          Sgorghera', rosa o bianca, la tua Rima,
          come un raggio di sodio,
          caucciu' che si espande!
 
          Dai tuoi neri Poemi, -Saltimbanco!
          Bianche, verdi, e rosse diottriche,
          fiori  strani possano sbucare
          e farfalle elettriche!
 
          Ecco! il Secolo d'inferno!
          E i pali del telegrafo
          orneranno, -lira dai canti di ferro,
          le tue scapole superbe!
                                                                                                                                                       
          Ma piuttosto, metti in rima una versione
          sulla malattia delle patate!
         -E, se vuoi comporre
          poemi pieni di mistero
 
         Che tutti leggeranno da Trguier
          a Paramaribo, comprati
          i Volumi del Signor Figuier,
          -Per, illustrati!- dal Signor Hachette!
                                      (Trad. di C. Ortesta)