- "Vi
e' poi nei prati
un fiore,
- che i contadini chiamano
amello,
- erba che facile
trovare
- perche' dalla radice leva
una selva di steli.
- Dentro dorato, ma nei
petali,
- che si aprono numerosi
tuttintorno,
- luccica la porpora in
mezzo al viola cupo;
- a volte se ne intrecciano
collane
- per ornare gli altari
degli dei;
- in bocca ha gusto
asprigno;
- lo raccolgono i pastori
nelle valli falciate
- lungo il corso sinuoso
del Mella.
- Fai cuocere in vino
aromatico le sue radici
- e imbandiscile davanti
alle porte
- in canestri ripieni."
- (VIRGILIO,
Georgiche IV,
271-80)