Il Giardino dell' Erba Voglio

   La poesia di  Charles Baudelaire e le piante (o... animali)

              Albatro
               
Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi uccelli
                marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento
                scivolante sopra gli abissi amari.

                Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro, goffi e
                vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide
                ali, quasi fossero remi.

                Com'e' intrigato, incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco
                addietro cosi' bello, com'e' brutto e ridicolo. Qualcuno irrita il suo
                becco con una pipa mentre un altro, zoppicando, mima l'infermo che
                prima volava.

                E il Poeta, che e' avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia
                in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non puo'
                per le sue ali di gigante avanzare di un passo.

                                                              ("L'Albatro")
 
            Gufo
            Sotto i neri tassi che li riparano stanno allineati i gufi come dei
            stranieri, e dardeggiano all'intorno il loro occhio rosso. Meditano.

            Staranno senza muoversi sino all'ora malinconica in cui, spingendo
            via il sole obliquo, le tenebre regneranno.

            La loro posa insegna al saggio che bisogna in questo nostro mondo
            guardarsi dal tumulto e dal movimento;

            l'uomo, inebriato da un'ombra che passa, porta su di se' il castigo del
            suo aver voluto mutare.
                                            ("I Gufi")
          Mirto
             Bell'isola dai mirti verdi, piena di fiori dischiusi
      venerata in tutti i tempi da ogni nazione
             dove i sospiri dei cuori in adorazione
      fluttuano come l'incenso in un giardino di rose
             o come l'eterno tubar di un colombo.
                                  (Da: "I fiori del male")