La poesia di
Umberto Saba e le piante (o.. animali)
- Il bagno del passero
- C'era sul davanzale una scodella
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piena d'acqua. Era la' dimenticata.
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Era l'alba. (L'avevo io la' posata;
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ma per altro). Venuto per il pane
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suo quotidiano la scopriva un passero.
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Stupito si guardo' (o mi parve) intorno.
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V'immerse prima la testina; poi
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(il mondo tutto casa sua, e la mia
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col resto) entrava tutto quanto in quella
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Breve fu il mio stupore ed il suo sguazzo.
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Improvviso parti' come venuto.
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Io credo in queste cose, io che ho creduto
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sempre nei miei modelli E se piu' biasimi
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n'ebbi che lode, non stato sempre
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-come illusa tu pensi oggi- un sollazzo.
- (Da: "Quasi un racconto")
Inverno
E' notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto -era un'immagine
della fine del mondo- ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.
- (Da: "Parole")
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L'arboscello
- Oggi il tempo
e' di pioggia.
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Sembra il giorno una sera,
-
sembra la primavera
-
un autunno, ed un gran vento devasta
-
l'arboscello che sta -e non pare- saldo;
-
par tra le piante un giovanetto alto
-
troppo per la sua troppo verde eta'.
-
Tu lo guardi. Hai pieta'
-
forse di tutti quei candidi fiori
-
che la bora gli toglie; e sono frutta,
-
sono dolci conserve
-
per l'inverno quei fiori che tra l'erbe
-
cadono. E se ne duole la tua vasta
-
maternita'."
- (Da: "Casa e campagna")
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L'autunno
- Che succede di te, della tua vita,
-
mio solo amico, mia pallida sposa?
-
La tua bellezza si fa dolorosa,
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e piu' non assomigli a Carmencita.
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Dici 'E' l'autunno, la stagione in vista
-
si' ridente, che fa male al mio cuore'
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Dici -e ad un noto incanto mi conquista
-
la tua voce-: 'Non vedi li' in giardino
-
quell'albero che tutto ancor non muore,
-
dove ogni foglia che resta e' un rubino?
-
Per una donna, amico mio, che schianto
-
l'autunno! Ad ogni suo ritorno sai
-
che sempre, fino da bambina, ho pianto'.
-
Altro non dici a chi ti vive accanto,
-
a chi vive di te, del tuo dolore
-
che gli ascondi; e si chiede se piu' mai,
-
anima, e dove e a che, rifiorirai.
- (Da: "Trieste
e una donna")
-
-
Pettirosso
-
Trattenerti, volessi anche, non posso.
-
Vedi, amico del merlo, il pettirosso.
-
Quando ha il simile in odio egli di quella
-
vicinanza par lieto. E tu li pensi
-
compagni inseparabili, che agli orli
-
di un boschetto sorpreso li sorprendi
-
Ma un impeto gioioso al nero amico,
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che vive prede ha nel becco, l'invola.
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Piega un ramo lontano, cui non nuoce,
-
se un po' ne oscilla, l'incarco; la bella
-
stagione, il cielo tutto suo l'inebbriano,
-
e la moglie nel nido. Come un tempo
-
il dolce figlio che di me nutrivo,
-
se sente ingordo libero feroce;
-
e la' si sgola.
- (Da:
"Uccelli")
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