Il Giardino dell' Erba Voglio

La poesia di Attilio Bertolucci e le piante (o... animali)

        Albizia o Gaggia arborea
         Le gaggie della mia fanciullezza
dalle fresche foglie che suonano in bocca..
          Si cammina per il Cinghio asciutto,
qualche ramo piu'lungo ci accarezza
          la faccia fervida, e allora, scostando
il ramo dolce e fastidioso, per inconscia vendetta
          si spoglia di una manata di tenere foglie.
Se ne sceglie una, si pone lieve
          sulle labbra e si suona camminando,
dimentichi dei compagni.
          Passano libellule, s'odono trebbiatrici lontane,
si vive come in un caldo sogno.
          Quando piu' la cicala non s'ode cantare,
e le prime ombre e il silenzio della sera ci colgono,
          quasi all'improvviso, una smania prende le gambe
e si corre sino a perdere fiato,
          nella fresca sera, paurosi e felici.
                            ("Ricordo di fanciullezza", da: "Fuochi in Novembre" )
 
        Glicine
        Se un mattino d'aprile gia' la glicine
          per i quartieri che furono agiati
          chiama la pioggia,
          anche per noi intimo si fa il giorno,
          il passero alla siepe fa ritorno.
 
          Cosi' dall'uno all'altro camminando
          facilmente all'ingiu', quasi un saluto,
          camminando all'insu'
          con lento sforzo, ci si manda, ansiosi
          che si sciolgano i cieli nuvolosi.
 
          Ma s'arriccia sul muro il calendario
          al tepore del sole, torna fuori
          ogni uomo e animale:
          che spera piu' la pioggia, chi ricorda
          il mattino nel mezzogiorno che assorda?.
                                           ("In un tempo incerto")
        Inverno
        Inverno, gracili sogni
        sfioriscono sugli origlieri,
        giardini lontani tra le nebbie
        nella pianura che sfuma
        in mezzo alle luci dell'alba,
        voci come in un ricordo
        d'infanzia, prigioniere del gelo,
        s'allontanano verso la campagna;
        ninfe dagli occhi dolci e chiari
        fra gli alberi spogli, sotto il cielo grigio,
        cacciatori che attraversano un ruscello,
        mentre uno stormo d'uccelli s'alza al volo.
       
        La' in fondo quella casa
        che ospitale appare
        coperta di bianco,
        in un silenzio da fiaba.
        E attraverso i vetri
        si vede la fiamma rossa
        nel caminetto vacillare.
 
        I treni arrivano,
        domenica, Natale?
        Piu' non scende lieve
        sulla terra la neve.
                           (Da: "Sirio")
 
Lucertola
                                                                                 A Fabien Gerard
          Dovrei chiedere aiuto a Marianne Moore
          o all'Abate Zanella o a Jules Renard
   per scrivere, non di dinosauri di Crichton
          e di Spielberg, ma di quelle lucertole
   che a quei sauri s'apparentano con grazia
          naturale soggiornando sulle pietre
   assolate del portale
          di Casarola, facendosi emblema
   e stemma vivo
          non so se della famiglia o dell'estate.
 
         Ricordo che bambino m'incitavano
         a mozzar loro la coda -non temere,
         rinasce, non temere- e io a rifiutare caparbio, silenzioso.
         'Possibile che non soffrano"'.
         Stavo a guardarle
         incantato apparire e scomparire e riapparire,
         ansioso se una gatta di casa
         puntava ad esse in mancanza di topini.
        Sciocca felina, ignara
        dei cunicoli cui torna, non fugge,
        l'abitatrice avanti te e me
        di questa verde plaga occidentale.
                            ("La lucertola di Casarola-Apologo-")
 
         Mattino d'Autunno
          Un pallido sole scotta
          come se avesse la febbre
    e fa sternutire quando
          la gioia d'esser giovani
    e di passeggiare di mattina
          per i viali quasi deserti
    al colmo, illumina l'erba
          bagnata e la facciata rosa
    di un palazzo. Tutto gioviale
          buongiorno e sereno, raffreddore
    e mezza stagione. E Goethe
          in mezzo alla piazza sorride.
                                  (Da: "Sirio")
       Ottobre
        Sporge dal muro di un giardino
        la chioma di un albero.
       
        Ogni tanto lascia cadere una foglia
        sul marciapiede grigio e bagnato.
       
        Estasi, un sole bianco fra le nubi
        appare, caldo e lontano, come un santo.
       
        Muto il giorno, muta sara' la notte
        simile a un pesce nell'acqua.
                                     (Da: "Sirio")
 
        Papavero
  Questo e' un anno di papaveri, la nostra
  terra ne traboccava poi che vi tornai
  fra maggio e giugno, e m'inebriai
  d'un vino cosi' dolce cosi' fosco.
 
  Dal gelso nuvoloso al grano all'erba
  maturita' era tutto, in un calore
  conveniente, in un lento sopore
  diffuso dentro l'universo verde.
 
  A meta' della vita ora vedevo
  figli cresciuti allontanarsi soli
  e perdersi oltre il carcere di voli
  che la rondine stringe nello spento
 
  bagliore d'una sera di tempesta,
  e umanamente il dolore cedeva
  alla luce che in casa s'accendeva
  d'un'altra cena in un'aria pi fresca
 
  per grandine sfogatasi lontano.
                      ("I papaveri" , da: "Viaggio d'Inverno")
  Primavera
         E' venuto il tempo
        che il ranuncolo limpido
        rischiara
        l'erba folta e amara;
        fitte e stupite
        si schierano sulle prode
        le margherite,
        gia' l'usignolo s'ode.
        Sotto gli occhi di ogni fanciulla
        una tenera ombra fiorita,
        e con quell'ombra
        il giovane sole
        si trastulla.
                (Da: "Fuochi di novembre")
        Rosa
         Coglier per te
   l'ultima rosa del giardino,
          la rosa bianca che fiorisce
   nelle prime nebbie.
          Le avide api  l'anno visitata
   sino a ieri,
          ma e' ancora cosi' dolce
   che fa tremare.
          E' un ritratto di te a trent'anni,
   un po' smemorata, come tu sarai allora.
                    ("La rosa bianca", da: "Fuochi in Novembre")
 
         Settembre
          Chiaro cielo di settembre
          Illuminato e paziente
          Sugli alberi frondosi
          Sulle tegole rosse
          Fresca erba
          Su cui volano farfalle
          Come i pensieri d'amore
          Nei tuoi occhi.
          Giorno che scorri                
          Senza nostalgie
          Canoro giorno di settembre
          Che ti specchi nel mio calmo cuore.
                                    (Da: "Sirio")