Parco Urbano di Villa Rosazza

Sognammo un giorno Luigia Pallavicini…

 

  BAGOLARO

NOME SCIENTIFICO: Celtis australis

SINONIMI O NOMI DIALETTALI: Spaccasassi, Albero dei rosari

FAMIGLIA: ULMACEAE

CARATTERISTICHE: alto dai 5 ai 25 m, ha tronco robusto, corteccia grigio chiara e liscia e chioma globosa. Le foglie sono caduche, semplici e alterne, con breve picciolo e margine dentato, ruvide sulla pagina superiore, pubescenti su quella inferiore. I fiori che compaiono in primavera, sono piccoli ed insignificanti, verdastri, e seguiti da frutticini (che sono drupe maturanti in autunno), di colore violaceo scuro a maturità, dolciastri e commestibili, ma in realtà appetiti soltanto dagli uccelli. Si propaga da seme.

SPECIE SIMILI: Bagolaro dell’Etna (Celtis aetnensis), Celtis occidentalis;  Carpino nero (Ostrya carpinifolia) Carpino (Carpinus Betulus), Carpino orientale (Carpinus orientalis) con una "coppa" dentata e priva di lobi. Olmo che ha le foglie simili al C., doppiamente dentate e ovali appuntite, ma con i lobi fortemente asimmetrici dal lato del picciolo.

DISTRIBUZIONE: spontaneo in tutta la regione mediterranea, in Europa centrale soltanto nelle località più temperate dove viene coltivato in qualche parco.

HABITAT: si adatta anche a terreni aridi e preferisce quelli calcarei, ma non tollera i geli troppo intensi e prolungati. In genere ha bisogno di terreni profondi e di tanta luce. In natura si trovano accanto ai lecci, alle roverelle, ai frassini e al carpino nero.

LEGNO: legno duro e dritto; e’ stato usato per bastoni da passeggio, manici di attrezzi, pestelli e per intarsio. Dà un buon carbone.

CURIOSITA’: i frutti sono commestibili e i semi contengono un olio dolce. La corteccia dà un colorante giallo. Spesso coltivato come albero ornamentale, da ombra e da viali. Pare che il frutto fosse il loto degli antichi, il delizioso alimento dei Lotofagi che faceva dimenticare patria e famiglia (Odissea, IX, 82-104). Il fogliame e’ apprezzato come foraggio.