Rosa
-
Lucio Battisti
-
E ricoprir di terra
una piantina verde
-
sperando possa
-
nascere un giorno una rosa rossa…
-
(Da:
"Emozioni")
-
- Attilio Bertolucci
- Coglier per te
- l'ultima rosa del giardino,
-
la rosa bianca che fiorisce
- nelle prime nebbie.
-
Le avide api l'anno visitata
- sino a ieri,
-
ma e' ancora cosi' dolce
- che fa tremare.
-
E' un ritratto di te a trent'anni,
- un po' smemorata, come tu sarai
allora.
-
("La rosa bianca", da:
"Fuochi in Novembre")
-
-
Carlo Betocchi
- Io sono la rosa; incanto
l'aria, tremo sulle
spine; selvaggia mi tiene il
pianto d'inverno tra acute
brine. La man, che in Dicembre
mi coglie la cruda mia vita
discioglie.
Io, prigioniera del
gelo, qui giaccio sul tetro
banco, purpurea confitta allo
stelo che si ripiega gia'
stanco: deh! mani, scegliete
pietose me sola, tra le mille
rose!
Che mi ricordo del
maggio, soavemente reclinando; in sua dolcezza
selvaggio, io ne vado delirando: deh! gia' ch'io non
posso piu' vivere lasciatemi alfin
morire!
Avrei, in una calda
sala aperto splendente il
fiore e sull'impalpabil ala volerebbe il forte
odore: avrebbero l'ombre
spavento del mio solitario
portento.
Ma anzi... domani la
rosa, vedrete, sara' gia'
nulla; va, come una morta cosa sull'onda fetida e
brulla; del maggio, ch'essa ha
amato tanto, attende - ma non ode -
il canto.
- ("La rosa venduta
d'inverno")
-
-
Jorge Luis Borges
-
Siamo chi va: la nube numerosa
-
che si disfa a ponente
-
l'immagine nostra. Incessante
-
la rosa si converte in altra rosa.
-
Sei nube e mare, sei smemoratezza.
-
Sei quello di cui piu' non ha
certezza.
- (Da: "Nubi", I)
-
-
Dino Campana
-
In un momento
- sono sfiorite le rose
-
i petali caduti
- perche' io non potevo dimenticare le
rose
-
le cercavamo insieme
- abbiamo trovato delle rose
-
erano le sue rose erano le mie rose
- questo viaggio chiamavamo amore
-
col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
- che brillavano un momento al sole del
mattino
-
le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
- le rose che non erano nostre rose
-
le mie rose le sue rose
- P.S. E cosi' dimenticammo le
rose.
- ("In un momento")
-
-
Fabrizio De Andre'
-
Ricordi sbocciavan le viole
-
con le nostre parole:
-
-Non ci lasceremo mai,
-
mai e poi mai-.
-
Vorrei dirti ora le stesse cose
-
ma come fan presto, amore,
-
ad appassir le rose
-
cos per noi
-
L'amore che strappa i capelli
-
perduto ormai,
-
non resta che qualche svogliata carezza
-
e un po' di tenerezza.
-
-
E quando ti troverai in mano
-
quei fiori appassiti
-
al sole d'un aprile
-
ormai lontano li rimpiangerai
-
Ma sara' la prima che incontri per strada,
-
che tu coprirai d'oro
-
per un bacio mai dato,
-
per un amore nuovo.
-
-
E sara' la prima
-
che incontri per strada,
-
che tu coprirai d'oro
-
per un bacio mai dato,
-
per un amore nuovo.
- ("Canzone
dell’amore perduto")
-
-
Emily
Dickinson
-
Un sepalo ed un petalo e una spina
-
In un comune mattino d'estate,
-
Un fiasco di rugiada, un'ape o due,
-
Una brezza,
-
Un frullo in mezzo agli alberi -
-
Ed io sono una rosa!
-
-
-
Caddero come neve
-
caddero come stelle
-
o petali di rosa,
-
quando improvviso in giugno
-
li tocca il vento.
-
Perirono nell'erba che non ne serba segno-
-
l'occhio non trova il luogo-
-
Ma Dio con il suo ... irrevocabile
-
richiamera' ogni volto.
-
-
Johann Wolfgang Goethe
-
Tutto annuncio di te!
Appare il sole radioso,
e tu dietro a lui,spero.
Esci fuori in giardino
e sei rosa fra le rose,
e sei giglio fra i gigli.
Quando nel ballo ti muovi
si muovono le stelle,
insieme e intorno a te.
Notte!E cosi' sarebbe notte!
Tu superi lo splendore
soave e seducente della luna.
Seducente e soave sei tu,
e fiori,luna e stelle
a te s'inchinano,o sole!
Sole,sii anche per me
artefice di giorni radiosi!
Questa vita, eternit.
("Presenza")
-
- Giovan Batttista Marino
-
Poi le luci girando al vicin colle,
- dov'era il cespo che 'l bel pie'
trafisse,
-
fermossi alquanto a rimirarlo, e volle
- il suo fior salutar pria che
partisse;
-
e vedutolo ancor stillante e molle
- quivi porporeggiar, cosi' gli disse:
-
- Salviti il ciel da tutti oltraggi e danni,
- fatal cagion dei miei felici affanni.
-
-
Rosa, riso d'Amor, del ciel fattura,
- rosa del sangue mio fatta vermiglia,
-
pregio del mondo e fregio di natura,
- de la Terra e del Sol vergine figlia,
-
d'ogni ninfa e pastor delizia e cura,
- onor de l'odorifera famiglia,
-
tu tien d'ogni belta' le palme prime,
- sovra il vulgo de' fior Donna
sublime.
-
-
Quasi in bel trono imperadrice altera
- siedi cola' su la nativa sponda.
-
Turba d'aure vezzosa e lusinghiera
- ti corteggia d'intorno e ti seconda;
-
e di guardie pungenti armata schiera
- ti difende per tutto e ti circonda.
-
E tu fastosa del tuo regio vanto
- porti d'or la corona e d'ostro il
manto.
-
-
Porpora de' giardin, pompa de' prati,
-
gemma di primavera, occhio d'aprile,
-
di te le Grazie e gli Amoretti alati
-
fan ghirlanda alla chioma, al sen monile.
-
Tu, qualor torna agli alimenti usati
-
ape leggiadra o zeffiro gentile,
-
dai lor da bere in tazza di rubini
-
rugiadosi licori e cristallini.
-
-
Non superbisca ambizioso il sole
-
di trionfar tra le minori stelle,
-
che ancor tu fra i ligustri e le viole
-
scopri le pompe tue superbe e belle.
-
Tu sei con tue bellezze uniche e sole
-
splendor di queste piagge, egli di quelle.
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Egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo,
-
tu Sole in terra, ed egli rosa in cielo. -
- ("L'elogio della
rosa", da: "Adone")
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- Rainer Maria Rilke
- Le prime rose si destano
- con un profumo esitante,
- che sembra un riso pianissimo
- distante distante.
-
- Lo sfiora fugace, d'intorno
- con ali di rondine
- il volo radente del giorno.
-
("Si destano le rose")
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