Il Giardino dell' Erba Voglio

Inni allo stagno

            Carlo Betocchi

           
Della mia anima al fondo
            e al fondo d'una vallata d'autunno
            giace uno stagno profondo,
            la memoria di cio' che fummo.

            Dormon nel seno di quello
            con le lor parvenze immemorabili
            ombre che un magico appello
            solleva da letti inscrutabili.

            Ma che son, parvenze e tempo,
            sotto i rami che s'allaccian dei pioppi?
            sotto il mulino dal tetto
            antico, e i rosseggianti coppi?

            Sotto le tenere erbe
            che s'avviluppano lungo la sponda,
            la cui radice si perde
            nella terra bruna e nell'onda?

            Il sole e la luna e l'ombre
            abitan perennemente quell'acque
            dove trasalgon le fronde
            al vento che non si tace;

            e in trasparenti riflessi
            ondeggiando, e in abissali connubi
            scendono, in seno agli spessi
            sogni, l'ombre d'oggi e le nubi.

                            ("Di uno stagno campestre")

        Lewis Carroll 

                                         

Mentre diceva cosi', sdrucciolo' e punfete! affondo' fino al mento nell'acqua salsa. Sulle prime crede' di essere caduta in mare e: In tal caso, potro' tornare a casa in ferrovia - disse fra se'. (Alice era stata ai bagni e d'allora immaginava che dovunque s'andasse verso la spiaggia si trovassero capanni sulla sabbia, ragazzi che scavassero l'arena, e una fila di villini, e di dietro una stazione di strada ferrata). Ma subito si avvide che era caduta nello stagno delle lagrime versate da lei quando aveva due e settanta di altezza.
                                    (Da: "Alice nel paese delle meraviglie")

 

Federico Garcia Lorca
       Mi specchiai nei tuoi occhi
         pensando all'anima tua.
             Oleandro bianco.
       Mi specchiai nei tuoi occhi
        pensando alla tua bocca.
    Oleandro rosso.
       Mi specchiai nei tuoi occhi
  ma eri morta!
            Oleandro nero.
                       ("Piccolo stagno", trad. di C. Bo)
 
           Cipressi.
(Acqua stagnante).
        Pioppo.
(Acqua cristallina).
        Vetrice
(Acqua profonda).
        Cuore
(Acqua di pupilla).
                            ("Stagno", trad. di C. Bo)
 
    La notte viene.
        Raggi di luna battono
sull'incudine della sera.
            La notte viene.
Un grande albero si ripara
        dietro parole di canzoni.
    La notte viene.
        Se tu venissi a trovarmi
lungo i sentieri dell'aria.
            La notte viene.
Mi troveresti in pianto
        sotto i grandi pioppi.
Ah, mia bruna,
        sotto i grandi pioppi.
                 ("Stagno, canzone finale", trad. di C. Bo)
 
          Arthur Rimbaud
    E' un verde fossato dove canta un ruscello
    pazzo intrecciando alle erbe i suoi stracci
    d'argento; dove il sole, dall'altera montagna,
    risplende: valloncello spumoso di raggi.
 
           Un ragazzo soldato, bocca aperta, testa nuda,
           affondata la nuca nel fresco crescione azzurrino,
           dorme; sotto le nubi, disteso nell'erba,
           tutto bianco nel letto verde invaso di luce.
 
           Dorme, coi piedi negli iris. Ha un sorriso
           di bambino malato, assopito:
           cullalo tu, Natura, scaldalo: ha freddo.
 
           Ai profumi non tremano piu' le narici;
           dorme nel sole, la mano sul petto
           calmo. Due buchi rossi, a destra, ha nel costato.  
                    ("Addormentato nella valle", Trad. di C.Ortesta)
 
            Robert Louis Stevenson
        Io sono il capitano di un piccolo veliero
     che naviga tranquillo nello stagno vicino,
             tiene la rotta e procede leggero
      ma quando saro' grande lo voglio pilotare
             molto oltre lo stagno,  in alto mare.
 
             Perche' voglio crescere come il pupazzo al timone
            e averlo mio secondo nella navigazione,
            prima per voglio che lui diventi
            vivo e con me affronti i venti
            a gonfie vele felici e contenti.
 
            Mi vedrete navigare tra i giunchi e i bambu'
            sentendo la prua beccheggiare su e giu'
            perche' col pupazzo andr a esplorare
            l'isola sconosciuta di la' dal mare
            e far fuoco, la sapra' conquistare.
                    ("La mia nave e io", Trad. di R Mussapi)