Il Giardino dell' Erba Voglio

La poesia di Giacomo Zanella e le piante (o... animali)

       Alloro-Vite
        Odio l'allor, che quando alla foresta
        le nuovissime fronde invola il verno,
        ravviluppato nell'intatta vesta
                                         verdeggia eterno,
        pompa de' colli; ma la sua verzura
        gioia non reca all'augellin digiuno;
        che' la splendida bacca invan matura
                                         non coglie alcuno.
        Te, poverella vite, amo, che quando
        fiedon le nevi i prossimi arboscelli,
        tenera l'altrui duol commiserando
                                           sciogli i capelli.
        Tu piangi, derelitta, a capo chino
        sulla ventosa balza. In chiuso loco
        gaio frattanto il vecchierel vicino
                                          si asside al foco.
        Tien colmo un nappo: il tuo licor gli cade
        nel'ondeggiar del cubito sul  mento;
        poscia floridi paschi ed auree biade
                                         sogna contento.
                                    (Da: "Egoismo e carita'")
 
       Passero
        A mezzo solco il vecchierel gia' stanco
        l'aratro sospendeva mentre l'aurora
        alle montagne imporporava il fianco:
        levato ei s'era ch'era notte ancora.
        Una riversa zolla era il suo banco;
        e presso lui la giovinetta nuora
        attentamente avea disteso il bianco
        tovagliolin che di bucato odora.
        Sussurravano i pioppi: in ciel rotata
        la lodoletta coll'allegro canto
        l'umile imbandigion facea piu' grata.
        Il sol nasceva. Assisa sovra il corno
        del bue sdraiato una passera intanto
        salutava tranquilla il novo giorno.
                             (Da: "Aurora")