Il Giardino dell' Erba Voglio

Pioppo

            William Cowper
            Hanno abbattuto i pioppi, addio allombra
            e al mormorio del fresco colonnato,
            il vento piu' non gioca ne' canta tra le foglie,
            la loro immagine piu' l’Ouse non riceve.
            Dodici anni fa scoprii un giorno
            l’amato boschetto e la riva dei pioppi,
            e ora nell’erba sono affondati,
            e sedile mi fa chi ombra mi diede.
            Il merlo fuggito ad altro riparo,
            tra noccioli ha trovato rifugio alla calura,
            piu' non risuona la sua dolce voce
            sulla scena che tanto mi aveva incantato.
            Brevi scompaiono i miei anni,
            presto coi pioppi dovro' giacere,
            una zolla sul petto, una pietra sul capo,
            prima che un bosco sul posto rinasca.
            La vista m’invita, piu' d’ogni altra cosa,
            a meditare sugli effimeri piaceri umani:
            la vita e' sogno, ma il piacere si consuma
            piu' rapido del respiro di un uomo.
                       ("Il pioppeto")
 
         Federico Garcia Lorca
          Nel bosco
          i pioppi ballano
          l'uno con l'atro.
          E l'arbol
          con le sue quattro foglie
          balla anche lui...
                (Da: "A Irene Garca-cameriera-" )
(*)
Vecchio pioppo!
Sei caduto
nello specchio
dello stagno addormentato,
piegando la fronte
al tramonto.
Non e' stato il roco uragano
a spezzare il tuo tronco
ne' la pesante ascia
del boscaiolo, che sa
che tu devi
rinascere.
 
E' stato il tuo spirito forte
a chiamare la morte
vedendosi senza nidi, dimenticato
dai pioppi bambini del prato.
Gli e' che tu avevi
sete di pensiero,
e la tua enorme testa centenaria,
solitaria,
ascoltava i canti
lontani dei tuoi fratelli.
 
Nel tuo corpo conservavi
la lava
della passione
e nel tuo cuore,
il seme senza futuro di Pegaso.
Il terribile seme
di un amore innocente
per il sole del tramonto.
 
Che profonda amarezza
nel paesaggio,
l'eroe dei boschi
senza rami!
 
Non sarai piu' la culla
della luna,
ne' il magico riso
della brezza
ne' il bastone di una stella
a cavallo.
Non tornera' la primavera
della tua vita,
ne' vedrai fiorire
i seminati.
Sarai nido di rane
e di formiche.
Avrai  per capelli
le ortiche
e un giorno la corrente
portera' via la tua corteccia
tristemente.
 
Vecchio pioppo!
Sei caduto
nello specchio dello stagno addormentato.
Ti ho visto cadere
al crepuscolo
e scrivo la tua elegia
che anche la mia.
                  ("Pioppo morto", 1920, trad. C. Bo)
       (*) Ringraziamo Katy per la segnalazione
 
         I pioppi d'argento
     I pioppi d'argento
      si piegano sull'acqua,
      tutto sanno, ma non lo diranno.
      Il giglio della fonte
      non urla la sua tristezza.
      Tutto piu' degno che l'umanita'!
 
      La scienza del silenzio di fronte al cielo stellato
      l'hanno soltanto il fiore e l'insetto.
      La scienza del canto per il canto l'hanno
      i boschi mormoranti
      e le acque del mare.
 
      Il profondo silenzio della vita sulla terra
      ce lo insegna la rosa
      aperta sul roseto.
 
      Bisogna diffondere il profumo
      chiuso nelle nostre anime!
      Bisogna essere canto,
      luce e bonta'.
      Bisogna aprirsi per intero
      di fronte alla notte nera,
  perche' ci riempiamo di rugiada immortale!
           
  Bisogna coricare il corpo
            nell'anima inquieta!
  Bisogna accecarsi gli occhi con la luce dell'aldila',
            nell'ombra dei cuori,
  e strappare le stelle che ci ha dato Satana,
            Bisogna essere come l'albero
  che sempre in preghiera,
  come l'acqua del fiume
  fissa all'eternita'!
 
  Bisogna lacerarsi l'anima con artigli di tristezza
  perche' c'entrino le fiamme
  dell'orizzonte astrale!
 
  Allora nell'ombra del cuore tarlato
  nascerebbe una sorgente d'aurora
  tranquilla e materna.
  Sparirebbero citta' al vento.
            E vedremmo passare in una nuvola Dio.
 
                     (maggio 1919, trad. C. Bo)
     
In memoriam
Dolce pioppo,
dolce pioppo,
sei diventato
d'oro.
Ieri eri verde,
un verde folle
di uccelli
gloriosi.
Oggi sei abbattuto
sotto il cielo d'agosto
come me sotto il cielo
del mio spirito rosso.
La fragranza prigioniera
del tuo tronco
tocchera' il mio cuore
pietoso.
Ruvido avo del prato!
Noi
siamo diventati
d'oro.
               (agosto 1920, trad. C. Bo)  
 
       Pierino Pasquotti
I due pioppi

Vado in un prato spesso
e a lungo mi soffermo
dove due pioppi crescevano,
e dove ora uno solo resta:
l'altro l'ha abbattuto la tempesta.
Vado la sempre piu spesso,
e del pioppo rimasto,
pensando al suo compagno
che con le verdi cime piu non sussurra,
di lui, io piu vecchio, sfioro la rugosa scorza,
e osservo formiche e insetti
che su esso si incamminano
e da un grande foro in alto
di fiori e muschi adorno,
lo spuntar di rapidi uccelletti,
e poi su, pi in alto ancora,
dove le belle fronde han fine
e inizia l' aer immenso
che giunge sino al cielo,
odo il canto dell'allodola
che tra leggeri veli che vanno piano, piano,
mi par saluti tutti,
ma soprattutto me,
che prati, alberi e cielo,
intensamente amo.
 
Sonoro