Il Giardino dell' Erba Voglio

La poesia di Rainer Maria Rilke  e le piante

      
        Giorno d'autunno
          Signore: tempo. Grande era l'arsura.
   Deponi l'ombra sulle meridiane,
          libera il vento sopra la pianura.
       
          Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
          concedi ancora un giorno di tepore,
          che il frutto giunga a maturare, e spremi
          nel grave vino l'ultimo sapore.
         
          Chi non ha casa adesso, non l'avra'.
          Chi solo a lungo solo dovra' stare,
          leggere nelle veglie, e lunghi fogli
          scrivere, e incerto sulle vie tornare
          dove nell'aria fluttuano le foglie.
                            (Trad. di G. Pintor)   
            I, 6
          Egli e'' terreno? No, dai reami
   diversi prese la vasta natura.
          Piu' esperto piega del salice i rami
   che le radici del salice cura.
 
          Quando fa buio sul desco non resti
          pane ne' latte: attirano i morti.
          Ma egli, evocatore, li desti
          e nello sguardo mite li esorti
 
          a mescolarsi a ogni cosa veduta;
          a lui l'incanto di erica e ruta
          sia vero come il rapporto piu' chiaro.
 
          Niente l'immagine salda cancella;
          sia della casa, sia della bara,
          celebri l'urna, il fermaglio o l'anello.
                             (Da: "Dai sonetti a Orfeo", trad. di G.Pintor)
Rosa
      Le prime rose si destano
con un profumo esitante,
      che sembra un riso pianissimo
distante distante.
      Lo sfiora fugace, d'intorno
      con ali di rondine
      il volo radente del giorno.
                      ("Si destano le rose")