La poesia di
Antonio Machado e le piante
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Giardino
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Lungi
dal tuo giardino arde la sera
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incensi d'oro in fiamme porporine,
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dietro il bosco di cenere e di rame
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Dalie del tuo giardino.
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Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra
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l'opera d'un barbiere,
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con quella miserina palma nana
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e l'aiuola di mirti ritagliati...
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e l'arancino nel barile... L'acqua
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della fonte di pietra
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non cessa il riso nella conca bianca.
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(Trad. di O. Macri')
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- A Juan Ramon Jmenez
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I giardini del poeta
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Giardiniere il poeta. Fine brezza
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scorre nei suoi giardini
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con accordi struggenti di violini,
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lacrime d' usignuoli,
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echi di voci assenti e chiare risa
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di giovani che parlano d'amore
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Possiede altri giardini. La' una fonte
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gli dice: Ti conosco e ti aspettavo.
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Egli nell'onda diafana mirandosi:
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Sono appena colui che gia' sognava!
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Possiede altri giardini. I gelsomini
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sospirano verbene dell'estate
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e sono cetre d'aroma quei giardini,
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dolci cetre che tocca il freddo vento
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E trascorrono l'ore solitarie
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e gia' le fonti, con la luna piena,
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sospirano cantando sopra i marmi;
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nell'aria ovunque solo l'acqua suona.
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(Trad. di O. Macri')
- Inverno
- Oggi la carne intirizzita cerca
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tremante il rosso focolare al buio
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angolo. L'uragano al parossismo
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ruggisce e fischia, e l'albero stecchito
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s'abbatte nel giardino e sferza il muro.
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Piove dalla finestra dietro il vetro
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appannato le sera grigia e livida
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sembra ondeggiare nel paesaggio secco,
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e la nube lontana
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suda giallo pallore di defunto.
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L'oscuro cipresseto
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lungi nereggia e la pineta stenta,
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che si sfuma nell'aria annuvolata,
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svanisce sotto il freddo Guadarrama.
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(Trad. di O. Macri')
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La piazza e accesi aranci
- La piazza e
accesi aranci
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con i frutti rotondi e sorridenti.
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Il tumulto dei piccoli scolari
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che, all'uscire in disordine di scuola,
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empiono l'aria della piazza in ombra
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con il clamore delle fresche voci.
- Gioia infantile nei nascosti siti
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delle morte citta'!..
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E qualcosa di noi, di ieri, ancora
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vediamo errare in queste vecchie strade!
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(Trad. di O. Macri')
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Notte
d'estate
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E' una bella notte d'estate
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Tengono le alte case
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aperti i balconi
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del vecchio paese sulla vasta piazza
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Nell'ampio rettangolo deserto,
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panchine di pietra, evonimi ed acacie
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simmetrici disegnano
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le nere ombre sulla bianca arena.
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Allo zenit la luna, e sulla torre
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la sfera dell'orologio illuminata.
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Io in questo vecchio paese vo passeggiando
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solo come un fantasma.
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(Trad. di O. Macri')
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- Notte di maggio
- Era
una notte del mese
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di maggio, azzurra e serena.
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Sull'azzurro cipresso
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il plenilunio brillava,
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illuminando la fonte
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dove l'acqua zampillava
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or si' or no singhiozzando.
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Solo la fonte udiva.
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Poi d'occulto usignolo
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si senti' il motivo.
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Ruppe raffica di vento
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la curva dello zampillo.
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E una dolce melodia
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vago' per tutto il giardino:
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un musicante tra i mirti
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il suo violino suonava.
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Olmo
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Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore
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e nel mezzo marcito,
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con le piogge d'aprile e il sole a maggio,
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sono spuntate alcune verdi foglie.
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Oh, l'olmo secolare sopra il colle
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ch'e' lambito dal Duero! La corteccia
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bianchiccia da un gialligno musco tinta
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nel tronco putrefatto e polveroso
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Come i pioppi canori, che sorvegliano
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il cammino e la riva, non sara'
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di rossicci usignoli popolato.
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S'arrampica su esso di formiche
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un esercito in fila, e nelle viscere
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tramano i ragni e le lor grigie tele.
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Olmo del Duero, prima che t'abbatta
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con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname
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ti trasformi in un mozzo di campana,
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stanga di carro o giogo di carretta;
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prima che rosso nel cammino arda
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domani in qualche misera casetta
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sull'orlo d'una strada;
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prima che ti annienti un turbine e ti schianti
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il soffio delle candide montagne;
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prima che il fiume ti sospinga al mare
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per valli e per burroni,
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olmo, voglio annotare nei miei appunti
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la grazia del tuo ramo rinverdito.
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Anche il mio cuore aspetta,
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alla luce guardando ed alla vita,
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altro prodigio della primavera.
- ( "A un olmo secco",
trad. di O. Macri')
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Ulivo
- I
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Compagno della quercia castigliana
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cresciuta in alte terre, solitario
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nelle campagne della bassa Cordova
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che dettero i cavali al Romanzero,
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lungi dai tuoi fratelli vigilati
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dalla prudenza contadina -asciutti
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abitanti di poggi e di colline,
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da ombra esenti, gravidi di frutti-,
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senza carezza di solerte mano
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che pulisca i tuoi rami, e per oblio,
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vecchio olivo, dell'ascia boscaiola,
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come sei bello eretto presso il rivo
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sotto codesto azzurro di cobalto,
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come albero silvestre, folto ed alto!...
- (Da "Olivo
della strada",
trad. di O. Macri')
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Primaverile
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Nuvole, sole, prato verde e case
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sopra il colle commisti. Primavera
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nell'aria ha infuso delle fredde terre
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la grazia dei suoi pioppi della riva.
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Le strade della valle vanno al fiume
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e li', vicino all'acqua, amore attende.
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Per te il suolo s'e' messo questa veste
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di giovane, oh invisibile compagna?
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E questo aroma delle fave al vento?
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E questa prima bianca margherita?...
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Tu m'accompagni? Nella mano sento
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doppio pulsare; il mio cuore mi grida,
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che m'assorda il pensiero nelle tempie:
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sei tu che fiorisce e che risuscita.
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(Trad. di O. Macri')
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Rosmarino
VI
Se e' venuta la
primavera,
volate ai fiori;
non succhiate cera.
VIII
Buona
e' l'acqua e la sete;
buona e' l'ombra e il sole;
il miele del fior di rosmarino;
il miele di campo senza fiore.
- XX
- Per dare
lavoro al vento,
- cuciva a filo doppio
- le foglie secche dell'albero.
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- XXIV
- Da' doppia luce al tuo verso
- perche' si legga di fronte
- e di traverso."
- (Da: "Proverbi
e cantari", trad. di O. Macri')
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