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Inni al Giardino
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- Il giardino
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E' piccolo il giardino
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profumato di rose,
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stretto il sentiero
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dove corre il bambino:
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un bambino grazioso
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come un bocciolo che si apre:
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quando il bocciolo si aprira'
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il bambino non ci sara'.
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(Franta Bass, da "I Bambini di
Terezin")
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Concerto
in giardino
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A quest'ora
innaffiano i giardini in tutta Europa.
Tromba di spruzzi roca
raduna bambini guerrieri,
echeggia in suono d'acque
sino a quest'ombra di panca.
Ai bambini in guerra sulle aiole
sventaglia, si fa vortice;
suono sospeso in gocce
istante
ti specchi in verde ombrato;
siluri bianchi e rossi
battono gli asfalti dell'Avus,
filano treni a sud-est
tra campi di rose.
Da quest'ombra di panca
ascolto i ringhi della tromba d'acqua:
a ritmi di gocce
il mio tempo s'accorda.
Ma fischiano treni d'arrivi.
S'e' strozzato nel caldo
il concerto della vita che svaria
in estreme girandole d'acqua.
(Vittorio Sereni)
Giardini
All'aurora un uccello
fremendo leggermente in mezzo agli alberi
risveglia foglia a foglia il tuo giardino.
E in te si snoda la lontana storia
dei giardini del mondo
Ombrosi queti luoghi alti su strade
alti su fiumi.
Un sogno, una parentesi
dove si cela timida la gioia,
dove il dolore di nascosto piange.
Simili, non uguali
ma tutti in verde veste.
Intanto quell'uccello inconsapevole
risveglia foglia a foglia il tuo giardino.
(Alessandra Capocaccia Quadri)
Giardino
Sembri schiantato a morte,
sradicato dal peso delle nevi
senza pi segno dei profili antichi.
E torna il vento ma non sveglia voci
ch'io riconosca. Gli alberi sonori
imparano il silenzio fronda a fronda
in quel sonno, distesi sulla neve.
E torna il vento ma non sveglia suoni.
Ripassano gli uccelli ma lontani.
Sembri colpito a morte.
Non immagini ancora lo stupore
delle gemme rinate ad ogni ramo
quando sarai giardino al tuo risveglio.
(Alessandra Capocaccia Quadri)
Giardino
Lungi dal tuo giardino arde la sera
incensi d'oro in fiamme porporine,
dietro il bosco di cenere e di rame
Dalie del tuo giardino.
Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra
l'opera d'un barbiere,
con quella miserina palma nana
e l'aiuola di mirti ritagliati...
e l'arancino nel barile... L'acqua
della fonte di pietra
non cessa il riso nella conca bianca.
(Antonio Machado,
trad. di O. Macr)
A Juan Ramon Jmenez
I giardini del poeta
Giardiniere il poeta. Fine brezza
scorre nei suoi giardini
con accordi struggenti di violini,
lacrime d'usignuoli,
echi di voci assenti e chiare risa
di giovani che parlano d'amore
Possiede altri giardini. L una fonte
gli dice: Ti conosco e ti aspettavo.
Egli nell'onda diafana mirandosi:
Sono appena colui che gia' sognava!
Possiede altri giardini. I gelsomini
sospirano verbene dell'estate
e sono cetre d'aroma quei giardini,
dolci cetre che tocca il freddo vento
E trascorrono l'ore solitarie
e giu' le fonti, con la luna piena,
sospirano cantando sopra i marmi;
nell'aria ovunque solo l'acqua suona.
(Antonio Machado,
trad. di O. Macr)
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Marzo allerbavoglio
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Rincorrersi di bambini
- tra altalena e
ciclamini
- nel prato bagnato.
- Timida
raganella di marzo
- che osi presentare il tuo canto
- sparso.
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Prima sera tiepida
- di primavera
- che accogli
- lanticipato risveglio
- di un pipistrello stropicciato.
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Una brezza leggera
- si appena spenta
- sui prati di Begato.
- Immobile
- nel tramonto perduto
- la cima del
salice
- sorregge
- lultimo canto
- di un
pettirosso
attardato,
- indeciso
- tra indolenza e commiato.
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- (Agostino Barletta, L
Erba Voglio, marzo 2002)
Mesi d'erbavoglio
Cresce
la lanterna sullo
sfondo, mentre
nel sottile
ghiaccio dello stagno,
un pesce,
si specchia del
suo mondo.
Col primo canto di addio
di un
pettirosso livido
si allontana
un febbraio gelido.
Nuvole e piogge marzoline minacciano,
senza troppo
danno,
auguri e risate di
bambine in festa
per il primo
compleanno.
La sabbiera in aprile
ricolma di
piccini
tra lombra
del pioppo
e laquilegia gentile.
Festeggia la ruta
il sole di maggio
e nutre i
macaoni infanti,
silenziosi e
ingordi,
incuranti
dellingorgo
di tricicli rumorosi.
Erbavoglio di giugno
la sera,
ubriaca di
ligustro in fiore, canta la
raganella,
sincera.
Dietro lultimo singhiozzo
di bambino
si chiude il
cancello del giardino
e si distende,
come lombra
del nespolo nellorto,
nel tramonto di
luglio,
il silenzio
risorto.
Fine agosto
consegna
uva fragola agli ospiti,
in cesto.
Settembre, la prima foglia
scivola sui sassi
dello stagno,
silenziosa si
tuffa a fare un bagno
e non ne ha
voglia.
Pioggia e vento dautunno
straziano di
ferite dolorose,
quasi sorrisi
amari,
gli ultimi
melograni
rari.
Riposa a dicembre il prato
per rinascere col
nuovo anno
in attesa dei
passi barcollanti
di nuovi piccoli
amanti.
(Agostino Barletta,
Lerbavoglio,
gennaio 2002)
- Pioggia all Erba Voglio
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Arranca
-
sullultima curva,
- di una
radice dulivo,
- una
chiocciola
- felice.
- Gocciola
ancora
- lo
scivolo,
- tenue
miraggio
- di un
gioco sereno,
- dopo
lultimo scroscio
- di
pioggia.
-
-
Simpregna nel prato,
- come una
spugna,
- il piede
malfermo e guardingo
- di un
bimbo
- sfuggito
agli occhi del nonno
- che invano
singegna:
- -Ora
andare bisogna !-
- Non
convince
- il bambino
che frigna.
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- Ritrova
- in queste
strade
- cosi'
avare di pozze,
- il piacere
di pucciare,
- con passo
traballante,
- due nuove
babbucce
- fiammanti.
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- Scende il
silenzio,
- col buio
- sale
intenso
- il profumo
del prato tagliato,
-
lultimo merlo affamato
- sradica un
verme
-
tra lerba bagnata.
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(Agostino Barletta, L'
Erba Voglio, febbraio 2002)
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- Riposo derbavoglio
- Il giardino entra in sonno,
- la camelia
in fiore
- dautunno,
- lo veglia.
- Il fagiolo del glicine
- scoppietta,
- sogno il ceppo sul focolare
- e
non ho usato
laccetta.
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Novembre,
- folate di foglie
- inquiete di tramontana,
- in cerca di una tana.
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Dicembre, sgocciola
- nello stagno
- lultima foglia,
- sospesa,
- al ramo del tiglio.
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Illumina laiuola
- il primo narciso di febbraio.
- Come lampi di sole,
- i guizzi da trapezista
- della ballerina gialla
- confondono la vista.
- (Agostino Barletta,
L'erbavoglio,
febbraio 2002)
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Transito breve
- Quel tuo transito breve
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in questo giardino,
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fu un attimo appena
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nella tua giovane vita,
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ma traccia profonda
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tra le aiuole fiorite.
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Hai regnato ridente
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tra i bimbi, bambina,
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e, senza farti sedurre
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dal profumo dei fiori,
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hai colto in giardino
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un rosario di amori.
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Il rimpianto dei grandi,
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la nostalgia di piccini
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nel futuro degli anni
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ti saranno vicini.
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Ma i ricordi di ieri,
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ancor freschi del riso
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dei tuoi occhi sinceri,
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ci sollecitano oggi
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a offrirti gli auguri
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di rinnovate conquiste
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di studio, di vita
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di lavoro e damore,
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di cose mai viste.
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Se il tuo straordinario,
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appena svelato
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in questo bel prato,
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saprai coltivare,
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quel fiore sbocciato
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lintera tua vita
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potra' profumare
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e l Erba Voglio
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vantarsi un pochino
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di avere cresciuto
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la pianta piu' splendida
-
di qualunque giardino.
- (Agostino Barletta, Lerba
Voglio, 13 ottobre 2006)
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